Animo DiVino è andato in viaggio, ma più che in viaggio Animo DiVino e la propria famiglia si sono concessi un po’ di giorni di vacanza in montagna, esattamente ad Ortisei, capoluogo della Val Gardena e perla nel cuore delle Dolomiti. Qui sei circondato da montagne che io ritengo in assoluto le più affascinanti, quando le osservo il tempo sembra fermarsi per un istante e l’immagine della loro imponente bellezza si incolla direttamente nell’anima.
Quando sono qui adoro salire sull’Alpe Resciesa, che fa parte del Parco Naturale Puez-Odle (Patrimonio mondiale naturale UNESCO). Se la giornata che scegli per l’escursione presenta un cielo limpido potrai assaporare interamente la potenza e lo splendore delle Dolomiti: lo spettacolo che si presenta ai tuoi occhi è indescrivibile e il tuo cuore ti ringrazierà a vita.
Da Ortisei puoi raggiungere anche l’Alpe di Siusi, un altopiano che per me è ricco di magia. Adoro i suoi dolci pendii, i prati che a giugno sembrano un mare di fiori dove i colori sono pura cromoterapia…e poi il panorama che va dal massiccio dello Scillar al Sasso Lungo e Sasso Piatto è incantevole.
Durante questo viaggio ho deciso di visitare la Cantina di Terlano, cantina dell’Alto Adige di cui conosco molto bene i vini, ma che non ho mai avuto l’occasione di poterla scoprire di persona.
Ad accoglierci la gentilissima Renate Cassar, Sales & Marketing Assistant che ci porta subito tra i vigneti di Sauvignon che circondano la cantina e dove si intravede la tenuta Köstenholz di proprietà del barone Georg Von Eyrl. Qui ebbe sede inizialmente la Cantina Terlan, cantina sociale fondata nel 1893 da 24 piccoli viticoltori, i quali con la forza e il frutto del lavoro della loro unione vollero sottrarsi alla dipendenza delle regole dei grandi proprietari terrieri.
Imponente a fianco della cantina la parete del Monzoccolo (in tedesco “Tschöggelberg”) aperta verso il sole della Val d’Adige, dove domina la roccia rossastra di porfido quarzifero e dove i grappoli trovano le condizioni di crescita ideali ad un’altitudine compresa fra i 250 m s.l.m. delle dolci pendici delle colline del fondovalle fino ai 900 m s.l.m. dei ripidi pendii montuosi. Si tratta di rocce vulcaniche con alto contenuto di minerali, i quali donano ai vini una particolarissima nota minerale, un’intensa freschezza e contribuiscono notevolmente alla loro straordinaria longevità, peculiarità che contraddistingue Cantina Terlano a livello nazionale ed internazionale. Qui le giornate sono veramente calde, mentre alla notte vi è una forte escursione termica, la quale garantisce ai grappoli un alto tenore di sostanze aromatiche.
La Signora Renate Cassar ci accompagna in cantina, la sede storica che opera dal 1920 e succeduta alla tenuta Köstenholz. Qui ci illustra le loro linee di vini:
– Linea Classici dove i vigneti offrono una resa d’uva di 90 quintali per ettaro (63 hl/ha, in quanto da un quintale d’uva si ha una resa di vino di circa il 70%) e che comprende Pinot Bianco, Chardonnay, Pinot Grigio, Müller Thurgau, Gewürztraminer, Sauvignon, Lagrein Rosé, Schiava Grigia, Santa Maddalena, Lagrein, Pinot Noir e Torilan e si presentano con la loro classica bottiglia chiamata Terlanina;
– Linea Vigneti dove gli stessi vigneti offrono una resa d’uva di 80 quintali per ettaro (56 hl/ha) e che comprende Terlaner (60% Pinot Bianco, 30% Chardonnay, 10% Sauvignon Blanc), Winkl (100% Siebeneich (100% Merlot), Siemegg (70% Cabernet Sauvignon, 30% Cabernet Franc), Montigl (100% Pinot Nero). Per la Linea Vigneti dal 1 ottobre 2011 viene utilizzata la bottiglia Sebastianina. Il suo nome lo deve allo storico enologo Sebastian Stocker il quale operò in azienda dal 1955 fino agli inizi degli anni ’90. La Sebastianina era utilizzata a Terlano sin dalla fondazione della Cantina nel 1893, ma poi con il tempo era caduta in disuso. Nel 1990 è stata reintrodotta da Sebastian Stocker per i vini della linea più alta, le Selezioni e da ottobre 2011, come voluto dall’azienda è la nuova veste per i vini della linea Vigneti per evidenziare l’internazionalizzazione e le grandi potenzialità qualitative di questi vini.
– Linea Selezioni dove abbiamo vigneti con una resa di 60 quintali per ettaro (42 hl/ha) e comprende Quarz (100% Sauvignon Blanc), Nova Domus (60% Pinot Bianco, 30% Chardonnay, 10% Sauvignon Blanc), Lunare (100% Gewürztraminer) e Porphyr (100% Lagrein). La linea si presenta con la bottiglia Sebastianina.
– Linea Rarità che comprende del Pinot Bianco 2004, Chardonnay 2003, Pinot Bianco 2002, Chardonnay 2000. Dal 1979 l’enologo storico della Cantina Sebastian Stocker inventò un vero e proprio metodo di vinificazione credendo pienamente nel potenziale di invecchiamento dei propri vini bianchi sui lieviti fini. A dire il vero gli esperimenti per questo nuovo tipo di vinificazione iniziarono nel 1955, tenendo delle bottiglie per ogni annata e creando un archivio inestimabile di bottiglie di diverse annate. All’inizio Stocker dovette fare tutto di nascosto perché i soci negli anni ’50 erano convinti che un vino bianco doveva essere bevuto entro massimo 2 anni. Le bottiglie (ben 500 all’anno) venivano quindi custodite e nascoste nei sotterranei della cantina e tutt’ora sono visibili. Con il metodo Stocker il vino veniva e viene tutt’ora fatto riposare 1 anno in botte di rovere grande e poi travasato in fusti di acciaio di 2.500 litri per minimo 10 anni e fino a 30 anni, sviluppando sui lieviti fini tutti i loro aromi e la loro complessità.
In cantina con questo metodo stanno invecchiando ben 15 annate, la prima, quella del 1979 sta ancora riposando dentro il suo fusto d’acciaio. Fa uno strano effetto pensare ad un vino “custodito” per così tanti anni, cerco di immaginare come potrebbero essere il suo profumo, il suo colore, il suo gusto, tali da raccontare una storia DiVino che a tutt’oggi dura 37 anni!
La parete che accoglie i serbatoi d’acciaio delle rarità per me è un’opera d’arte. Chi l’ha creata è riuscito a rispecchiare e trasmettere in questa parte di cantina la preziosità del vino contenuto.
La visita continua nella parte invecchiamento e ci imbattiamo su grandi botti di rovere, ciascuna delle quali è stata dedicata ad ogni presidente dell’azienda. Sul fronte di ogni botte sono stati scolpiti nome e cognome della persona in carica, durata del mandato con lo stemma di famiglia o un’immagine di una tenuta. Immagino queste botti come la trama di un film intitolato “Cantina Terlano” dove il regista e gli attori soci hanno creato tutto ciò con tanta forza d’unione e collaborazione.
La Signora Cassar ci porta nell’ ala nuova della cantina costruita nel 2009 dopo l’unione nel 2008 con la Cantina di Andriano, cantina sociale fondata anch’essa nel 1893 e che dista circa due chilometri da Terlano. Sebbene ora sia parte integrante della Cantina di Terlano, essa ha mantenuto i propri marchi e la propria identità, soprattutto per il terreno dove sorgono i suoi vigneti che è puramente dolomitico, ricco di argilla calcarea e dolomite, ideale per vini morbidi ed eleganti, completamente diverso dal terreno di Terlano di origine vulcanica e dove regna il porfido. Ed è proprio di quest’ultimo materiale che è costituita la nuova “cantina del porfido”, con soffitto, pavimenti e colonne interamente rivestiti. La scelta della roccia locale è stata fatta per dare omaggio al terreno di Terlano che rende unico il carattere dei vini.
La visita si conclude con un momento per me veramente magico, la degustazione di alcuni vini della cantina!
– Pinot Bianco 2015 della linea Classici, Denominazione DOC Alto Adige. Vinificato in purezza è uno dei vitigni più importanti della cantina. Il suo colore è un giallo paglierino molto chiaro con lievi riflessi verdolini. All’olfatto è fruttato, incontro sentori di pera, uva spina e leggere note di agrumi e mi avvolgono piacevoli note minerali. Qui il terreno si sente benissimo e lo ritroviamo anche in bocca, insieme a freschezza e sapidità, le quali contemporaneamente sono avvolte da una fantastica morbidezza e cremosità date dall’affinamento per 5-7 mesi su lieviti fini in fusti d’acciaio con continuo bâtonnage (tecnica con la quale le fecce fini o nobili depositatesi sul fondo vengono rimescolate con la massa del vino in affinamento). Piacevolissima la sua lunga persistenza. Il Pinot Bianco 2015 è un vino da abbinare a piatti a base di pesce oppure con primi piatti delicati, per esempio mezzelune agli spinaci o gnocchetti sempre agli spinaci. Temperatura di servizio: 10-12 °C.
– Terlaner 2015 della linea Vigneti, Denominazione DOC Alto Adige e vinificato dal 1893! Come riporta Rudi Kofler, enologo della cantina “Quest’uvaggio storico, ottenuto da una miscela delle tre varietà più tradizionali coltivate a Terlano, ossia Pinot Bianco, Chardonnay e Sauvignon, è prodotto fin da quando fu fondata la cantina, ed è un vino estremamente strutturato. Il Pinot Bianco – la varietà presente in percentuale maggiore- gli dà freschezza e una buona acidità, mentre lo Chardonnay gli conferisce morbidezza e calore, e il Sauvignon aggiunge all’uvaggio le sue raffinate caratteristiche aromatiche”.
Questo uvaggio era nato come il vino di Terlano in quanto all’inizio essendo una cantina sociale i soci vendemmiavano quando avevano tempo e arrivavano in cantina con diverse varietà d’uva. Non c’erano ancora regole di produzione e si vinificava separatamente solamente l’intero raccolto di uva bianca e di uva rossa. Ciò che si ricavava dall’uvaggio bianco era il Terlaner.
Oggi la varietà di questo vino è composta da 60% Pinot Bianco, 30% Chardonnay e 10% Sauvignon Blanc. Dall’annata 2015 l’affinamento avviene per l’80% in fusti d’acciaio inox e per il 20% in botti di legno grandi e l’assemblaggio avviene un mese prima di imbottigliare. Il colore del Terlaner è un giallo paglierino brillante. All’olfatto è fruttato, si sentono note di frutta a pasta bianca, come la pesca e la mela verde, è floreale e ricorda dei fiori bianchi, si percepiscono lievi note di menta e melissa. Al palato è fresco, le note olfattive precedentemente descritte si trasformano in sapore e vengono avvolte da calore e morbidezza.
Il Terlaner 2015 è un vino da abbinare con degli antipasti di focaccia e pecorino fresco, primi piatti a base di pomodoro, pizza, oppure con secondi piatti delicati, come petto di pollo, tacchino o vitello. Temperatura di servizio 10-12°C
– Winkl 2015 della linea Vigneti, Denominazione DOC Alto Adige Terlano. Varietà 100% Sauvignon Blanc, vinificato in purezza dal 1956. Il suo colore è un giallo paglierino intenso con lievi riflessi verdolini. All’olfatto è fruttato, incontro sentori di albicocca, frutto della passione e agrumi, è floreale, sento il profumo dei fiori di sambuco, ginestra e biancospino, è erbaceo con sentori di ortica ed erba appena falciata ed è minerale. In bocca è fresco, sapido, si conferma il gusto fruttato descritto precedentemente e si percepisce una spiccata mineralità. Retrogusto aromatico e molto persistente.
Il Winkl 2015 è ottimo con gli asparagi, antipasti e piatti di pesce, carni bianche o con piatti tipici altoatesini come i canederli di ortica. Temperatura di servizio 10-12°C.
– Vorberg 2013 Riserva della linea Vigneti, Denominazione DOC Alto Adige Terlano. Varietà 100% Pinot Bianco, vinificato in purezza dal 1993. I vigneti sono ad un’altitudine tra i 450 e 950 metri s.l.m. e il versante dove sorgono è esposto completamente al sole, dove di giorno abbiamo temperature molto calde e alla notte una forte escursione termica. Dopo una lenta fermentazione a temperatura controllata in botti di rovere grandi (30 hl), l’affinamento continua per 12 mesi in botti di legno tradizionali e per altri 12 mesi in bottiglia.
Il colore del Vorberg 2013 è un giallo paglierino luminoso. All’olfatto è prima di tutto minerale, incontriamo sentori di grafite e ardesia, è fruttato con note sia di frutta a pasta bianca come la pesca, la pera e note di frutta secca e confettura di cotogne, è leggermente floreale con un richiamo al gelsomino ed è delicatamente aromatico, con sentori di salvia e rosmarino. In bocca si presenta fresco, sapido e contemporaneamente molto morbido e cremoso, con un retrogusto aromatico e spiccatamente minerale. Vino molto persistente.
Il Vorberg 2013 Riserva si abbina con antipasti e piatti di pesce, oppure con piatti a base di verdure. Temperatura di servizio 12-14 °C.
– Pinot Bianco 2004 della linea Rarità…ultima emozionante degustazione…solo 3.300 preziose bottiglie prodotte…Denominazione DOC Alto Adige Terlano e vinificato in purezza dal 1979. Come vi ho descritto precedentemente, la Rarità del 1979 sta ancora riposando…il potenziale di invecchiamento di questi vini è incredibile!
I vini della linea Rarità vengono affinati per 12 mesi in botti di legno grandi e successivamente per almeno 10 anni sui lieviti fini in serbatoi d’acciaio a pressione, senza alcuna filtrazione.
Sembra impossibile, ma il colore di questo vino è un giallo paglierino chiaro e luminoso, con lievi riflessi verdolini. In bocca è fruttato con sentori di frutta matura e secca come l’albicocca, è minerale, spicca la nota di pietra focaia. Non mancano note di crosta di pane, lievito e lievi sentori di miele. In bocca è un’emozione pura…la freschezza è ancora marcata e vigorosa dopo tanti anni, come pure la mineralità. Al palato è morbido e cremoso, raffinato ed elegante. La persistenza è lunga e profonda, si assapora pienamente l’affinamento di 11 anni.
La Rarità Pinot Bianco 2004 è un vino che può essere degustato come vino da meditazione oppure possiamo abbinarlo a dei piatti di crostacei e capesante e piatti a base di tartufo bianco. Temperatura di servizio 12-14°C
La visita alla Cantina di Terlano è stata veramente emozionante. E’ la prima volta che vedo una cantina sociale dove si respira la brillante capacità di saper gestire la collaborazione di ben 220 soci. Qui si percepisce il vero valore del lavoro di squadra, valore che poi viene trasmesso direttamente al prodotto ottenuto! Se siete nella zona di Bolzano non perdetevi una visita guidata alla cantina, merita veramente.
Photo Credits : Le foto delle bottiglie di vino sono di proprietà del sito www.cantina-terlano.com
http://www.cantina-terlano.com/it
3 Comments
Ciao Alessandro,
amo molto i vini alto atesini, quelli della cantina di Terlano in particolar modo.
Bellissimo il tuo racconto.
Al prossimo incontro
Ciao Erica
Scusa ho scritto Alessandro invece di Alessandra….vedi che ho bisogno di bere !!!
Un abbraccio
Ciao @Erica!
Grazie infinite! Anch’io adoro i vini alto atesini…la prossima volta che ci troviamo porto una bottiglia e ce la degustiamo. Un abbraccio a te, ciao!